La viola mammola: dal 22 dicembre (dopo il solstizio d’inverno), la parabola del sole si alza, la primavera si avvicina
I fiori sono profumati e sbocciano solitari alla sommità dei lunghi peduncoli; hanno una diffusione altitudinale da 0-1200 m; si trovano in gran parte dell’Europa mediterranea. Nella penisola italica sono più diffusi nelle zone del centro nord.
Perché scrivere un articolo sulla viola mammola, fiore primaverile, in inverno? Perché dal 22 dicembre (dopo il solstizio d’inverno), la parabola del sole si alza e a me piace pensare in prospettiva che la primavera si avvicina. Quando penso a questo fiore i ricordi vanno lontano nel tempo (circa 65 anni fa) quando frequentavo le scuole elementari e durante il tragitto a piedi, in primavera, raccoglievo un mazzetto di violette e lo regalavo alla mia maestra che apprezzava molto, ricordo ancora come si chiamava: Luisa Mariani, di Milano, che ho avuto per 5 anni. Oggi è bello vedere che mia nipote Cecilia di 9 anni fa la stessa cosa, ama tantissimo i fiori e talvolta li regala alle sue maestre. La Viola mammola (Viola odorata L.) pianta erbacea perenne della famiglia delle Violaceae, ha un aspetto cespitoso con corto rizoma da cui partono degli stoloni striscianti sul terreno che emettono radici e formano nuove piante; nella sua parte inferiore il rizoma è provvisto di numerose radichette sottili. Le foglie, riunite in una rosetta basale, hanno un picciolo lungo fino a 5 cm; il lembo fogliare, ovale o più spesso reniforme, è profondamente inciso alla base ed è arrotondato all’apice; il margine è inciso in piccoli denti; la superficie è leggermente pelosa o completamente glabra, la pagina inferiore è talvolta lucente. I fiori sono profumati e sbocciano solitari alla sommità dei lunghi peduncoli; la corolla, viola più o meno scuro, è formata da 5 petali di cui due rivolti verso l’alto, due ai lati ed uno in basso, dolcemente profumati. Il frutto è una capsula subsferica che contiene numerosi piccoli semi sferici bruni. Il periodo di fioritura è tra febbraio ed aprile. La viola mammola ha una diffusione altitudinale da 0-1200 m; si trova in gran parte dell’Europa mediterranea, in Italia è una specie comune in tutto il territorio, più frequente nelle regioni settentrionali e in quelle centrali. Cresce comunemente nei luoghi erbosi, lungo le siepi, ai margini dei boschi e nei prati. L’olio che si distilla dai fiori viene impiegato per fare profumi, aromi ed anche un noto liquore molto dolce, chiamato “parfait amour”. L’olio essenziale di fiori di viola possiede altresì un effetto calmante per i nervi. Nelle radici e nei fiori della viola mammola si concentrano i principi attivi di tutta la pianta facendone una interessante specie officinale. Le radici sono espettoranti, le foglie sono leggermente lassative, mentre i fiori sono emollienti ed espettoranti. I fiori di violetta si usano in cucina per guarnire i dolci o freschi per realizzare gelati, mentre le foglie abbinate ai fiori si usano per arricchire insalate e minestre di fiori ed erbe. La viola nel linguaggio dei fiori ha diversi significati, ma sono tanti anche i miti che la vedono protagonista.I Greci e i Romani associavano la violetta alla morte e al rito dei funerali: era usanza cospargere questi fiori sulle tombe dei bambini a simboleggiare la loro innocenza e la loro purezza d’animo. Oltretutto questo fiore è stato anche fonte di ispirazione di diversi artisti, tra cui Edouard Manet che l’ha ritratto nelle opere “Bouquet di violette” e “Berthe Morisot con Bouquet di violette”. La violetta indica timidezza, pudore e profondità di sentimenti.Nell’Ottocento gli uomini più giovani usavano portare all’occhiello della giacca una violetta proprio per indicare che erano ancora in cerca di una moglie. Nel corso degli anni il significato più diffuso nel mondo è un invito a pensare alla persona da cui il fiore è stato ricevuto, pertanto donare una violetta significa “pensami”. Testo e foto di Walter Ferrari