Le Tartarughe di terra hanno una buona vista: sanno distinguere forme, colori e riconoscono anche le persone che si prendono cura di loro |Gallery|

Gli esemplari adulti raggiungono dimensioni di circa 15 cm nei maschi e di 20 cm nelle femmine, il peso varia tra i 1000-1500 grammi del maschio e i 1500-2000 grammi delle femmine

Foto di Walter Ferrari

Durante le vacanze in Sardegna a  settembre 2014, in località San Teodoro (SS), mentre passeggiavo in un boschetto di macchia mediterranea vidi delle orme strane sulla sabbia: le seguii e dopo una decina di metri mi trovai davanti una bella tartaruga di terra, dell’età apparente di 10 anni. Anche durante un’escursione  al Bosco della Mesola (FE) nel 2019 mi è capitato di incontrare alcune tartarughe libere in natura. Ho documentato questi incontri con video e foto  perché ormai è raro ammirarle in ambiente naturale;   mentre in cattività ne ho viste diverse al Parco Natura Viva di Bussolengo (VR).
La Tartaruga di terra o Testuggine europea (nome scientifico Testudo Hermanni), è un rettile della famiglia dei Testudinidae. Il carapace è di  forma ovale, moderatamente convesso e cupoliforme e presenta una colorazione  giallo-ocra con diffuse macchie nere, molto estese sul piastrone.  La Tartaruga  adulta raggiunge dimensioni massime di circa 15 cm nei maschi e  20 cm nelle femmine; il peso varia  tra i 1000-1500 gr del maschio e i 1500-2000 gr delle femmine. I maschi sono di dimensioni minori ed hanno un piastrone maggiormente concavo per facilitare la monta sul carapace della femmina, la coda è più lunga e grossa e presenta uno sperone corneo  molto più sviluppato.
Le  Tartarughe hanno una buona vista: sanno distinguere forme, colori e riconoscono anche le persone che si prendono cura di loro. Hanno un senso dell’orientamento molto preciso, l’odorato è ben sviluppato ed ha un ruolo importante nella ricerca del cibo e nella funzione sessuale.
Sono animali ectotermi e nelle prime ore della giornate si crogiolano al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. Durante l’estate sono attive al mattino e nel tardo pomeriggio, mentre nelle ore più calde , con temperature superiori a 27 gradi, si rifugiano in posti ombrosi. Nei primi giorni d’autunno, al calare delle temperature, smettono di alimentarsi e, verso ottobre o novembre, secondo la latitudine, iniziano ad interrarsi o a ripararsi in luoghi protetti e cadono in letargo.
Sono  prettamente erbivori, si nutrono essenzialmente di erbe di campo, ma possono alimentarsi saltuariamente di chiocciole, utili per l’apporto di calcio.
Dopo il risveglio dal letargo inizia il corteggiamento da parte del maschio con un rituale che prevede inseguimenti, morsi e colpi di carapace alla femmina.  Raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni ed il sesso non è generalmente distinguibile con sufficiente certezza prima dei tre-quattro anni di età. Sono ovipare e le deposizioni tra maggio e luglio avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Il numero delle uova è variabile  da 5 a 10 in proporzione alla taglia dell’esemplare. Il tempo d’incubazione, 2 o 3 mesi circa e il sesso dei nascituri, varia in funzione della temperatura. Se questa è inferiore ai 31,5° C., si avrà una preponderanza di esemplari  maschi; se superiore una maggioranza di femmine.
La Testudo Hermanni è la sola specie autoctona italiana,  la Testudo graeca  e la Testudo marginata sono  state introdotte a più riprese in tempi storici. Gli habitat sono tipicamente mediterranei, caratterizzati da inverni miti con precipitazioni moderate ed estati  aride con temperature elevate.
Sono animali longevi, possono vivere anche 100 anni.
Se vi capitasse di incontrare una tartaruga di terra in una zona verde, non prelevatela perché  è assolutamente vietato il prelievo in natura ( potreste essere denunciati per bracconaggio) : come tutti i rettili del genere Testudo, la Testudo Hermanni  è protetta dalla Convenzione di Berna ed in base al CITES  (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione).

Testo e foto di Walter Ferrari