Vediamo ora quali sono le caratteristiche e le peculiarità del Cervo della Mesola e cosa lo differenzia dal Cervo europeo |Gallery|

Il Bosco della Mesola” si estende su una superficie di 1050 ettari e rappresenta uno degli ultimi e meglio conservati residui di bosco di pianura

Foto di Walter Ferrari

Rubrica a cura di Walter Ferrari Tel. 339.7615179 -  www.walterferrari.it
Nel mese di settembre del 2019, io e mia moglie Paola ci siamo concessi una vacanza  nei pressi del Delta del Po e delle Valli di Comacchio, una zona ricca dal punto di vista storico e  naturalistico. Tra le varie escursioni effettuate, la più bella è stata la visita alla riserva naturale del   “Bosco della Mesola”.  Con una superficie di 1050 ettari, rappresenta uno degli ultimi e meglio conservati residui di bosco di pianura. Originatosi presumibilmene nel Medioevo su cordoni dunosi formati dal Po di Goro e dal Po di Volano, è oggi la più estesa area boscata del Ferrarese. Abbiamo visitato il Bosco attraverso percorsi didattici  ciclo- pedonali di 5 Km, mentre nella  parte preclusa al pubblico per la presenza di animali, siamo stati   accompagnati  con un pulmino eco del Corpo Forestale dello Stato (che gestisce la Riserva naturale dal 1954)  ed è stata  la parte più interessante perché mi ha permesso di  fotografare  a distanza ravvicinata il  “Re del Bosco” : il Cervo della Mesola . 
Vediamo ora  quali sono le  caratteristiche  e  le peculiarità del Cervo della Mesola e cosa lo differenzia  dal   Cervo europeo.
Il  Cervo europeo(nome scientifico Cervus  elaphus),  vive  nei boschi più fitti  o nelle praterie a diverse altitudini; è maestoso e veloce nel trotto e nel galloppo, può raggiungere e superare i 50 Km/h, presenta un corpo raccolto e robusto, testa alta di media grandezza  e allungata, occhi grandi e ovali, orecchie grandi; arti slanciati e robusti; coda relativamente corta e ricoperta di peli. Il mantello estivo è bruno rossiccio, quello invernale bruno grigiastro; i piccoli fino a 3 mesi hanno picchiettature bianche lungo i fianchi; udito, vista e olfatto sono finissimi.
Si  nutre di erbe, gemme, fogliame,  apici di conifere,  frutta selvatica,  ghiande e anche cortecce.
Da metà settembre a metà ottobre inizia la stagione degli amori; i maschi  dominanti difendono il loro harem femminile  sfidando gli altri cervi con la potenza del bramito.
La femmina partorisce di solito un unico piccolo in maggio- giugno, dopo 33 settimane di gestazione; il cerbiatto, pesante alla nascita 6-7 kg, è capace  di camminare quasi subito, ma  per un paio di settimane  resta immobile, accucciato e ben nascosto nel fitto dei cespugli  (la madre lo raggiunge solo per la poppata),   dove non può essere avvistato dai predatori perché inodore.
Cervo  della Mesola,  circa  300  esemplari , sono gli unici cervi autoctoni dell’Italia peninsulare e rappresentano un’entità faunistica  di estrema rilevanza dal punto di vista zoogeografico, ecologico, conservazionistico e storico. Pur mantenendo le peculiarità comportamentali  del Cervo europeo, presentano caratteristiche genetiche uniche . Abituati a vivere  in un ambiente scarsamente produttivo, in spazi ridotti  e recintati , hanno  sviluppato  esemplari di  dimensioni corporee modeste, con rendimenti riproduttivi più bassi. I maschi adulti pesano in media 110 kg e le femmine adulte 80 kg contro medie del cervo europeo  rispettivamente di 160-200 kg e di 90-110 kg. Lo stesso accrescimento corporeo è rallentato, i maschi raggiungono le dimensioni finali non prima dei dieci anni mentre, di norma, questo avviene a 7-8 anni.  Le differenze  si fanno ancora più marcate se si esaminano i palchi. Tra gli adulti prevalgono i palchi con 6  punte totali, 3 per stanga,  mentre nel Cervo europeo  è costituito  da 12 ramificazioni totali, 6 per stanga.  Anche nello sviluppo dei palchi, dalla fase giovanile a quella adulta, si osservano forti ritardi; diversi esemplari nel primo anno di vita risultano ancora privi di un vero primo palco.
Per salvaguardare questa importante popolazione è stato redatto un Programma di conservazione del Cervo della Mesola da parte dei vari Enti preposti.


Testo e foto  di  Walter Ferrari